Il segreto dell'immortalità

Eroica Fenice
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Le pagine perdute, libro di esordio di Ugo Nasi, è il primo della nuova collana editoriale della Kairós Edizioni SERIE ORO diretta da Anita Curci.
Ingredienti fondamentali di questo romanzo, definito “da capogiro” dal professor D’Agostino, autore della prefazione allo stesso, sono l’intrigo e il mistero: un testo, noto come manoscritto Voynich, scritto in una lingua indecifrata; la morte di un uomo ritrovato con la punta di una freccia medievale nel cuore; la scomparsa improvvisa di un ex avvocato divenuto frate. Tutti elementi intorno ai quali si dipana la trama.
Le pagine perdute trasporta il lettore in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, portandolo a muoversi, assieme ai protagonisti, tra l’Italia e la Francia, la ridente Toscana e la Germania cupa, tra un passato remoto e dimenticato e un presente vicino eppure sfuggente. Ugo Nasi guida il lettore in questo viaggio quasi tenendolo per mano  e aiutandolo ad arrivare quanto più vicino possibile alla scoperta della verità.
Le pagine perdute mescola realtà e finzione, storia e racconto, in una continua danza tra mondi diversi eppure collegati tra loro. Così come collegati sono i destini di tutti i personaggi che si incontrano durante la lettura, segnati dall’aspirazione all’eterno dono dell’immortalità. Le «istruzioni per l’uso» sono contenute in quel manoscritto e nelle quattordici pagine che da esso sono state sottratte. Cosa contengono quei fogli e perché occultarli? Quelle pagine diventano l’ossessione persino di Adolf Hitler, che durante la Seconda guerra mondiale organizza una Commissione di ricerca e di studio per ritrovarle.

Le pagine perdute e le mille storie che racchiude

Storia vera, quella del manoscritto Voynich e del suo misterioso contenuto, tuttora indecifrato. Leggendone la vivida descrizione fornita da Ugo Nasi, viene voglia di saperne di più, di cercare notizie a riguardo e provare a svelarne l’arcano. Viene voglia di mettersi in viaggio insieme a Viola Borroni sulle tracce del vescovo De Fugger e della sua ossessione per il vino de L’ultima cena. Di cercare l’ingresso della casa di Calandra, scendere giù, in fondo all’oscurità della grotta, per trovare la fonte della vita eterna. Magari, viene voglia anche di calarsi in quelle acque verde brillante e ascoltare le mille voci provenienti da epoche lontane.
Sebbene, poi, la trama che circonda la storia del manoscritto sia interamente frutto della fantasia dell’autore, le vicende sono costruite e intersecate tra loro al punto da far pensare che ogni dettaglio sia stato rinvenuto sui libri di storia. Grazie alla sua scrittura, Le pagine perdute spinge il lettore ad andare avanti, ad addentrarsi sempre più a fondo e a non lasciar andare il volume finché non si è arrivati alla fine. 
Unica nota negativa è la tendenza, talvolta, a lasciar andare troppo velocemente le fila di un discorso per  iniziarne un altro non altrettanto coinvolgente: come se l’autore abbia fatto fatica, in alcuni momenti, a star dietro alla sua stessa fantasia e, dopo essersi dilungato per interi capitoli su episodi di contorno che fanno da preambolo all’evento principale, una nuova e diversa ispirazione lo abbia portato a saltare da un episodio a quello successivo, senza averne approfondito le dinamiche fondamentali.  Ma una volta raggiunto il punto di svolta, quasi nei capitoli finali, siamo felici di non aver abbandonato la lettura, perché è in questi ultimi che tutta la verve compositiva di Nasi trova il suo  esito più compiuto e maturo.