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"Le pagine perdute di Ugo Nasi"

Questa sera la presentazione in Piazza Vanvitelli a Napoli

le pagine perdute di ugo nasi

Viola Borroni, una giovane magistrata della Procura di Roma, viene incaricata di svolgere delle indagini sulla strana morte di un uomo, ritrovato con la punta di una freccia medievale nel cuore.

“Da capogiro!” così scrive il professore Guido D’Agostino nella prefazione del libro “Le pagine perdute” di Ugo Nasi. Questa sera alle ore 18.00 si terrà la presentazione del libro in Piazza Vanvitelli. Con l’autore interverranno lo storico Guido D’Agostino, autore della prefazione e la giornalista Francesca Cicatelli. Le letture sono a cura di Roberta D’Agostino e Gianni Sallustro.
Viola Borroni, una giovane magistrata della Procura di Roma, viene incaricata di svolgere delle indagini sulla strana morte di un uomo, ritrovato con la punta di una freccia medievale nel cuore.
Nel frattempo il padre di Viola scompare. Le due vicende sono connesse tra loro? Nei primi anni del Novecento il priore del convento di Mondragone - padre Giuseppe Strickland - vende a un mercante polacco un manoscritto dell’XI secolo con iscrizioni sconosciute, enigmatiche raffigurazioni di figure femminili, di piante e di costellazioni. Prima di consegnarlo, però, rimuove ad insaputa dell’acquirente le prime quattordici pagine nascondendole nel suo scriptorium.
Cosa contengono quei fogli e perché occultarli? Quelle pagine perdute diventano l’ossessione persino di Adolf Hitler che durante la Seconda guerra mondiale organizza una Commissione di ricerca e di studio per ritrovarle.

Una storia ricca di suspense in un andirivieni nel tempo dove si intrecciano le vicende della protagonista e quelle di un antico quanto enigmatico vescovo.

Le pagine perdute, il segreto dell’immortalità

le pagine perduteLe pagine perdute, libro di esordio di Ugo Nasi, è il primo della nuova collana editoriale della Kairós Edizioni SERIE ORO diretta da Anita Curci.
Ingredienti fondamentali di questo romanzo, definito “da capogiro” dal professor D’Agostino, autore della prefazione allo stesso, sono l’intrigo e il mistero: un testo, noto come manoscritto Voynich, scritto in una lingua indecifrata; la morte di un uomo ritrovato con la punta di una freccia medievale nel cuore; la scomparsa improvvisa di un ex avvocato divenuto frate. Tutti elementi intorno ai quali si dipana la trama.
Le pagine perdute trasporta il lettore in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, portandolo a muoversi, assieme ai protagonisti, tra l’Italia e la Francia, la ridente Toscana e la Germania cupa, tra un passato remoto e dimenticato e un presente vicino eppure sfuggente. Ugo Nasi guida il lettore in questo viaggio quasi tenendolo per mano  e aiutandolo ad arrivare quanto più vicino possibile alla scoperta della verità.
Le pagine perdute mescola realtà e finzione, storia e racconto, in una continua danza tra mondi diversi eppure collegati tra loro. Così come collegati sono i destini di tutti i personaggi che si incontrano durante la lettura, segnati dall’aspirazione all’eterno dono dell’immortalità. Le «istruzioni per l’uso» sono contenute in quel manoscritto e nelle quattordici pagine che da esso sono state sottratte. Cosa contengono quei fogli e perché occultarli? Quelle pagine diventano l’ossessione persino di Adolf Hitler, che durante la Seconda guerra mondiale organizza una Commissione di ricerca e di studio per ritrovarle.

Le pagine perdute e le mille storie che racchiude

Storia vera, quella del manoscritto Voynich e del suo misterioso contenuto, tuttora indecifrato. Leggendone la vivida descrizione fornita da Ugo Nasi, viene voglia di saperne di più, di cercare notizie a riguardo e provare a svelarne l’arcano. Viene voglia di mettersi in viaggio insieme a Viola Borroni sulle tracce del vescovo De Fugger e della sua ossessione per il vino deL’ultima cena. Di cercare l’ingresso della casa di Calandra, scendere giù, in fondo all’oscurità della grotta, per trovare la fonte della vita eterna. Magari, viene voglia anche di calarsi in quelle acque verde brillante e ascoltare le mille voci provenienti da epoche lontane.
Sebbene, poi, la trama che circonda la storia del manoscritto sia interamente frutto della fantasia dell’autore, le vicende sono costruite e intersecate tra loro al punto da far pensare che ogni dettaglio sia stato rinvenuto sui libri di storia. Grazie alla sua scrittura, Le pagine perdute spinge il lettore ad andare avanti, ad addentrarsi sempre più a fondo e a non lasciar andare il volume finché non si è arrivati alla fine. 
Unica nota negativa è la tendenza, talvolta, a lasciar andare troppo velocemente le fila di un discorso per  iniziarne un altro non altrettanto coinvolgente: come se l’autore abbia fatto fatica, in alcuni momenti, a star dietro alla sua stessa fantasia e, dopo essersi dilungato per interi capitoli su episodi di contorno che fanno da preambolo all’evento principale, una nuova e diversa ispirazione lo abbia portato a saltare da un episodio a quello successivo, senza averne approfondito le dinamiche fondamentali.  Ma una volta raggiunto il punto di svolta, quasi nei capitoli finali, siamo felici di non aver abbandonato la lettura, perché è in questi ultimi che tutta la verve compositiva di Nasi trova il suo  esito più compiuto e maturo.
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CULTURA


Nasi sulle orme di Brown: il mistero tra Napoli e il manoscritto Voynich

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di Francesca Cicatelli




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Desiderio di immortalità e mistero nel nuovo avvincente thriller fantasy «Le pagine perdute» di Ugo Nasi per Kairos editore, collana Serie Oro diretta da Anita Curci. L'autore, avvocato milanese al suo esordio letterario, convinto a scrivere da un buona motivazione: «Essere citato su Wikipedia», ironizza, non ritenendo giusto che sull'encicplopendia virtuale «ci siano i condattati per bancarotta fraudolenta» e non lui, promette suspance sotto l'ombrellone e lega Napoli, Federico II precisamente, al manoscritto Voynich, ancora oggi uno dei libri più indecifrabile al mondo e contenente la ricetta dell'immortalità al punto da far gola anche ad Hitler che istituì una Commissione di Ricerca.

D'altronde in questo momento di profondo travaglio storico, il mistero e l'evasione «sembrano il bene rifiugio» a detta di Nasi che ha puntato su un genere che lo intriga ma anche di sicura presa sul lettore.

Un libro «a cui affidarsi, lasciandosi andare» come sostiene lo storico Guido D'agostino, per «appropiarsene».


Sabato 23 Luglio 2016, 18:43 - Ultimo aggiornamento: 23-07-2016 18:43
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