ARCANA RUBRIS - clicca sulla foto per leggere il primo capitolo



Con incedere cauto reggendo il candelabro con la mano sinistra entrò nella camera. Sul letto si intravedeva nella penombra solo la sagoma del mercante di Lucca che dormiva disteso con la pancia rivolta all'ingiù e un braccio a penzoloni. Per terra due brocche vuote da cui si notava però lo sversamento di vino sul pavimento. L'uomo doveva aver bevuto abbondantemente e si era dunque addormentato completamente ubriaco, pensò la castellana. Di madonna Giovanna invece neanche l'ombra. Si sentì impadronita da una morbosa curiosità; quella di vedere quell'opera pittorica che aveva spinto il suo ospite lucchese a chiamare dalle Fiandre addirittura un pittore di Corte. Si avvicinò furtiva come l'ultima delle popolane intenta a rubare un gioiello della sua padrona. Il quadro era lì, nascosto dietro a un panno verde. Corrada Tornaquinci si voltò un'ultima volta verso il letto per volersi assicurare che l'uomo fosse ancora profondamente addormentato. Poi senza alcun rumore liberò la tela. Nella penombra il dipinto si intravvedeva appena. Allora avvicinò il candelabro per far più luce, e fu allora che vide quel uomo e quella donna raffigurati che guardavano come rivolti verso di lei. Uno scenario lugubre e sinistro con un cielo rosso che non aveva mai visto in vita sua.